Cara Silvia,

Anche oggi non hai risposto alle mie chiamate. Allora ho deciso di mandarti queste rose per scusarmi. Lo so che ti ho delusa e hai paura che possa ferirti un’altra volta, ma ti prometto che non succederà più. L’altro giorno mi è tornata in mente la sera in cui ci siamo conosciuti: tu che facevi l’autostop sulla statale sessantasette. Era il primo aprile e il tuo ragazzo si era divertito a lasciarti in un ristorante con il conto da pagare. Ricordo ancora le tue parole quando sei salita in macchina. “Grazie per il passaggio, io mi chiamo Silvia e sto con un coglione.” Ti ho accompagnata a casa e, prima di andartene, mi hai ringraziato con un sorriso bellissimo. Ti ho chiamata da lontano per darti il mio numero di cellulare, ma tu eri già scomparsa dietro il portone. Poi è arrivata quella sera di fine maggio. Abbiamo cenato insieme perché il titolare della pizzeria aveva erroneamente prenotato il tavolo anche a te. Eri in compagnia di una tua amica. Così mi sono permesso di chiederti dov’era il coglione. E tu mi hai risposto con un semplice: “L’ho mollato un mese fa.” Due settimane dopo ti sei messa con un altro coglione. E quel coglione sono io. Spero che questi fiori ti aiutino a farti dimenticare la mia cazzata e a credere ancora nella nostra storia d’amore. Io ci credo.

Daniele